ILVA: LA REGIONE PROMETTE UN IMPEGNO PER LA VERTENZA

Mentre a Roma si teneva l'incontro al ministero dello Sviluppo economico, a cui hanno partecipato il ministro Calenda, i commissari e i rappresentanti di Arcelor Mittal, a Venezia si è tenuta una manifestazione indetta da Fiom-Fim-Uilm di Venezia e Fiom di Padova con oltre 300 lavoratori che hanno animato le calli della città lagunare con bandiere e striscioni.

Il corteo, che riuniva i lavoratori dell'Ilva di Marghera, quelli dell'Ilva di Legnaro e molte rappresentanze provenienti dalle aziende del padovano e del veneziano, ha portato la protesta fuori dai cancelli degli stabilimenti veneti per le decisioni della nuova proprietà dell'azienda siderurgica.

I lavoratori sono partiti da piazzale Roma, arrivando fino a Palazzo Labia. Sotto la sede regionale della Rai i segretari generali della Fiom di Padova, di Venezia e del Veneto e i segretari di Fim e Uilm hanno parlato ai lavoratori e alla gente interessata. Hanno partecipato alla manifestazione anche i segretari generali della camere del lavoro di Padova e di Venezia Aldo Marturano e Enrico Piron. Successivamente il corteo è ripartito per arrivare sotto il palazzo della Regione in fondamenta Santa Lucia dove una delegazione è stata ricevuta dall'assessore Elena Donazzan. Oltre a lei erano presenti Mattia Losego e Enrico Montagner, dell'Unità di Crisi di Veneto Lavoro, Anna Mandich della Direzione Lavoro della Regione Del Veneto, Paolino D'An, delegato al lavoro del comune di Venezia e Roberto Maniero, assessore del comune di Legnaro. 

La rappresentanza dei lavoratori ha chiesto che la regione e le istituzioni locali abbiano un ruolo in questa vertenza vista l'importanza strategica dei siti veneti, il loro futuro e le eventuali ricadute della trattativa nazionale. I sindacati e i lavoratori non sono disposti nella maniera più assoluta ad accettare né esuberi né ulteriori sacrifici salariali.

L'Assessore e i referenti di Veneto Lavoro hanno richiesto tutta la documentazione per poter approfondire e conoscere nel dettaglio la questione in modo tale da inviare nei prossimi giorni una richiesta ufficiale per partecipare al prossimo tavolo che si terrà il 9 novembre al Ministero.

Tutti i soggetti coinvolti e presenti hanno condiviso che questa vicenda e il rischio occupazionale che determina hanno delle ripercussioni dirette nelle ricadute strategiche  sull'indotto per quanto riguarda la produzione, la distribuzione e il consumo dell'acciaio in tutti i settori industriali, metalmeccanici e non. 

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