Stamattina i lavoratori della Itel, in sciopero da ieri, hanno tenuto un presidio davanti alla sede dell’Enel di Mestre per sensibilizzare l’azienda elettrica in vista di settembre, momento in cui il CTE cesserà i suoi rapporti con l’Enel per la manutenzione delle reti del Triveneto meridionale a causa dell’assegnazione dell’appalto ad altra azienda.
Il Consorzio Triveneto Energia ha attività legate al vecchio appalto fino a settembre 2017 e attualmente al suo interno operano le consorziate ITEL, SIMET, PETTENON, TECNOELECTRA, IMEL, e VERONESE IMPIANTI (con dipendenti distaccati in Itel). Il numero complessivo dei lavoratori impiegati, compresi i subappaltatori, in questo appalto ENEL in scadenza è di circa 300 persone oltre al personale del consorzio composto da 6 dipendenti.
La rete d’imprese che ha vinto l’appalto che partirà a settembre ha a capo la Psc Group, che, a quanto pare, non è in grado di fornire il totale servizio richiesto dai termini dell’appalto per il quale servono uomini, mezzi e competenze.
I lavoratori hanno deciso, in accordo con i sindacati, di incrociare le braccia e di scendere in strada dopo una serie di azioni poco corrette: le mancate comunicazioni sul cambio d’appalto; l’essere stati contatti singolarmente dalla PSC per colloqui individuali durante i quali viene proposto loro di dimettersi autonomamente dalla Itel, in modo da eliminare le garanzie e le tutele precedenti e di essere assunti liberamente e individualmente dalla PSC senza quindi le tutele in atto e con stipendi più bassi di quelli attuali; aver visto sempre più persone della PSC muoversi all’interno della Itel come se fossero già i nuovi proprietari della struttura.
“In questa vicenda l’aspetto poco chiaro è legato alle modalità di assegnazione del bando, che si sono basate esclusivamente sul prezzo, senza tener conto della preparazione e competenza delle aziende che vi hanno partecipato. Nella questione degli appalti ci sono delle imprese che partecipano agli appalti senza avere le condizioni di base per poter concorrere e chi assegna un appalto dovrebbe verificare prima che questa azienda sia in grado di lavorare. In questo caso, l’azienda che ha vinto si occupa di altro e non ha né i mezzi né gli uomini per rispondere alle esigenze del lavoro richiesto. Come Fiom pertanto rivendichiamo non solo l’attuazione dell’articolo 2112, ma anche la necessità di una garanzia etica per poter concorrere a questi bandi, in modo tale da dar dignità ai lavoratori. Non è possibile che queste aziende semplicemente concorrano al ribasso e, nel caso, si attrezzino dopo, scantonando quelle aziende che operano correttamente da oltre 30 anni nel settore, come nel caso di Itel. Ci dev’essere una presa di responsabilità anche dell’impresa appaltante che deve verificare a chi sta dando il lavoro e non solo correre dietro al possibile risparmio” ha dichiarato Gianluca Badoer della Fiom Cgil di Padova.
Alla Itel domani è prevista un’altra giornata di sciopero con l’obbiettivo di coinvolgere nella protesta tutti i lavoratori del Consorzio Triveneto.
Fiom Cgil Padova