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I metalmeccanici e le metalmeccaniche veneti in sciopero per il contratto

A partire dall’abbandono del tavolo della trattativa per il rinnovo del CCNL da parte di Federmeccanica-Assistal in tutto il territorio veneto stanno aumentando di ora in ora il numero di lavoratori e lavoratrici che in maniera spontanea fissano ore di sciopero per protestare contro questa assoluta mancanza di rispetto da parte delle parti datoriali industriali del nostro Paese. 

Il numero degli scioperi e le percentuali di adesione sono in continuo aggiornamento. 

I dati, aggiornati alle ore 14 del 9 ottobre 2020, sono i seguenti: In Veneto  si stanno tenendo e si  terranno scioperi da 1 a 4 ore fra venerdì 9, lunedì 12, giovedì 15 e venerdì 16 ottobre 2020: ABB Power Grids, All.Co, Antonio Carraro, Arcelor Mittal, Bedeschi, Berto's, Carel, Dab Pumps, Fast, Guidolin, HI-PE, KIM-Komatsu, ITEL, MP3 Lindab, O.C.S., Parker Hannifin Manufacturing, Pavan-Gea, Toffac, Valvitalia, ZF, Zen, Cebi Motors, Ebara, Ferretto Group, Safas Fonderie, Meccaniche Alte, Asfo, Sumoto, Zincol, Fiamm Fca, NPE, Pandolfo Alluminio, Meccanostampi, Fiamm, Sime, Scattolini, Manni, Mitsubishi ed Electrolux. Altre iniziative di sciopero verranno assunte la prossima settimana.

Nelle aziende in cui si è già scioperato l’adesione delle lavoratrici e dei lavoratori è altissima.

Gli scioperi e lo stato di agitazione con il blocco delle flessibilità e degli straordinari sono solo una parte delle iniziative a sostegno del rinnovo del CCNL che coinvolgeranno i lavoratori e le lavoratrici di tutto il Paese in vista dello sciopero generale di 4 ore fissato unitariamente da Fim-Fiom-Uilm Nazionali per il 5 novembre 2020. 

Il segretario regionale della Fiom del Veneto, Antonio Silvestri esprime il suo parere sulla circostanza venutasi a creare in queste ore:

“Con la trattativa del 7 ottobre si è chiarito un fatto: Federmeccanica non ha mai avuto l’intenzione di approfondire veramente il negoziato sui punti della piattaforma presentata unitariamente 11 mesi fa, infatti sul salario la risposta è stata tranciante: nemmeno un euro in più rispetto all’inflazione, quindi ha espresso la propria indisponibilità ad accettare alcun tipo di aumento salariale. La piattaforma sindacale, che è stata approvata dai lavoratori e dalle lavoratrici del comparto nel 2019, prevede una valorizzazione dell’8% sul trattamento economico dei minimi, che si assesta sui 145 euro in più per un lavoratore di quinto livello. Un aumento necessario a far salire gli stipendi medi dei metalmeccanici al livello dei colleghi in tutta Europa.

In questo frangente la stessa pandemia viene usata dalle aziende per negare il rinnovo del contratto nazionale ai lavoratori metalmeccanici e alle lavoratrici metalmeccaniche. Quegli stessi lavoratori che, a fine marzo scorso, sono stati costretti a scioperare per rivendicare il diritto alla messa in sicurezza dal Covid dei loro posti di lavoro. Oggi Federmeccanica ha ribadito che per questi lavoratori non c’è un euro in più.  In molte aziende ieri, oggi, lunedì e anche in altri giorni della prossima settimana, i lavoratori si fermeranno in sciopero. Non è un caso che i lavoratori che scendono in sciopero per il contratto siano, in molti casi, delle stesse aziende che scioperavano allora per difendere la sicurezza loro e dei propri cari. Sono quei lavoratori che le stesse aziende consideravano essenziali e che invece ora trattano come costi. Federmeccanica-Assistal hanno assunto integralmente le posizioni di Bonomi. È la contrattazione “rivoluzionaria” di Bonomi (niente salario, un po’ di welfare e nessun ruolo contrattuale del sindacato) che fa parte integrante della sua posizione politica: quella che dà centralità all’impresa, a partire dalla ripartizione delle risorse messe a disposizione per l’uscita dalla crisi e fino alla libertà di licenziamento.”

La lotta proseguirà ad oltranza, infatti FIM-FIOM-UILM Nazionali hanno proclamato lo sciopero di 6 ore complessive: due di assemblee e 4 di sciopero per la giornata del 5 novembre, data simbolo perché è la data che fissa il passaggio di un anno preciso dal momento in cui è stata varata la piattaforma rivendicativa per il rinnovo del CCNL.

FIOM CGIL VENETO

9.10.2020

 

 

 

 

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