Abbiamo assistito, nei mesi scorsi, a fughe in avanti, da parte di alcune regioni tra cui il Veneto, che hanno creato caos, confusione ed esposto perciò a rischio la salute dei lavoratori e dei cittadini.
Decisioni che vanno oltre al giusto coordinamento che deve esserci a livello nazionale, su un tema come la salute pubblica e nello specifico sui vaccini.
Inoltre, la propaganda delle Confindustrie locali e di singole aziende è tutta tesa a garantirsi la propria produttività e a far dimenticare i comportamenti tenuti dalle associazioni datoriali all’inizio della pandemia, fase quella, in cui solo gli scioperi dei metalmeccanici hanno permesso di rimettere al primo posto il tema della salute e sicurezza delle persone che lavorano.
Il 24 marzo il Presidente del Consiglio Draghi, ha richiamato duramente tutte le regioni, sulla campagna vaccinale, ad attenersi alle priorità indicate dal Ministero della Salute, in termini di modalità organizzative e di priorità verso i cittadini da immunizzare. La necessità di efficienza, efficacia e soprattutto velocità nella campagna di vaccinazione, che può salvare tante vite umane, richiede un modello organizzativo e funzionale omogeneo e punti vaccinali, in luoghi o spazi collettivi oltre a quelli delle strutture sanitarie dedicate, con precisi requisiti essenziali sia generali che specifici.
Su tutto questo diciamo alcune cose per noi chiare:
1) Proprio in un contesto di difficoltà di approvvigionamento dei vaccini non può regnare il caos e il “fai da te”, con lavoratori di serie A in qualche azienda e tanti lavoratori di serie C, a seconda del luogo di lavoro, magari costretti a lavorare in contesti ben meno sicuri.
2) Non può esserci la corsa ad accaparrarsi i vaccini in una sorta di guerra tra cittadini più forti e meno forti con il risultato di non rispettare le fasce più fragili e scontare così un più alto numero di morti e di contagi.
3) Qualsiasi iniziativa intrapresa dalle regioni deve avvenire a seguito delle indicazioni del Ministero del Lavoro e della Salute e dell’aggiornamento del protocollo nazionale
4) Non è accettabile, solo per ragioni di utilità individualistica da parte di alcune aziende o per ragioni di polemica politica da parte di alcune regioni, anteporre il piano vaccinale nelle aziende, alla garanzia del diritto al vaccino per le persone indicate dalle linee guida nazionali del ministero della Salute.
5) Prima ancora ci devono essere vaccini disponibili per tutti.
Pertanto, ogni tentativo di anticipare o eludere queste norme di buon senso, di giustizia e di efficacia nel fermare il contagio e le sofferenze, va respinto senza tentennamenti.
FIM – FIOM – UILM Veneto