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Filt Cgil Padova, contrattazione di secondo livello: i lavoratori in appalto della logistica (soprattutto indiani e cingalesi) alla Commit Siderurgica di Veggiano avranno il traduttore per le assemblee sindacali"

Filt Cgil Padova: “Accanto al riconoscimento di un buon Premio di Risultato abbiamo ottenuto la possibilità di avere un traduttore pagato dall’azienda che ci permetta di veicolare meglio le informazioni e dare un forte impulso alla costruzione di un dialogo vero tra i soggetti operanti dentro all’impresa”

Il sindacato si conferma una forza emancipante a disposizione dei lavoratori per la loro integrazione e libertà: è possibile laddove ci sono realtà imprenditoriali che mettono al centro la persona e non solo il profitto”

Le cronache del mondo del lavoro di queste ultime settimane sono state costellate di notizie riguardanti l’insano rapporto che si viene a instaurare tra realtà imprenditoriali che operano in modo opaco e persone extracomunitarie che finiscono nelle grinfie dei caporali di turno. Dopo la triste e tragica vicenda di Satnam Singh, il migrante indiano morto a Latina perché il datore di lavoro non ha chiamato i soccorsi dopo che un macchinario avvolgi-plastica gli aveva tranciato il braccio, sono emersi altri episodi su fenomeni di caporalato e sfruttamento, portati alla luce dalle forze dell’ordine e alcuni di essi erano in Veneto, nelle provincie di Verona e Treviso.

“È evidente – ragiona Massimo Cognolatto, Segretario Generale della Filt Cgil Padova – che il fenomeno ha origini lontane anche se è indubbiamente legato al quadro normativo vigente. Spesso i migranti, sprovvisti delle più elementari nozioni su ciò che li aspetta, arrivano nel nostro paese con una promessa di assunzione, promessa che diviene il titolo abilitante per potere lavorare e insediarsi in pianta stabile. In mancanza di riferimenti validi ciò che rimane loro è il rapporto fiduciario determinato dalla loro rete sociale. Ma, talvolta, la rete sociale che li avvolge diventa una trappola e ciò accade negli ambiti dell'attività lavorativa quando a rapportarsi con loro sono degli interlocutori poco seri e assolutamente interessati. Il sindacato davanti a questo non può voltarsi dall’altra parte, ha il dovere morale e civile di intervenire perché uno dei nostri compiti è quello di essere un soggetto "emancipante" affinché ogni singolo lavoratore diventi libero e consapevole in grado di giudicare da sé la situazione che incontra al lavoro diventando un individuo che beneficia di diritti e che deve assolvere a dei doveri, in perfetto equilibrio tra le due cose”.

“È su questa linea – prosegue Cognolatto – che ci siamo sempre mossi e nelle settimane scorse abbiamo raggiunto un accordo, che oserei definire di portata storica, presso il magazzino di Commit Siderurgica a Veggiano (PD), una delle più importanti realtà del territorio nella lavorazione e commercializzazione di metalli piani e che ha affidato in appalto la gestione del proprio magazzino alla Work Service spa in cui sono impiegati circa 90 dipendenti, in stragrande maggioranza provenienti dall’India e dallo Sri Lanka”.

“Si tratta di un’azienda – aggiunge il sindacalista – in cui in passato ci sono stati un po’ di problemi e incomprensioni di natura sindacale legate a delle difficoltà a far contemperare le specifiche e reciproche esigenze ma dove, recentemente, si è raggiunta un’apprezzabile pace sociale grazie all’appianamento di molti dei conflitti e raggiungendo un netto miglioramento economico dovuto al riconoscimento di un soddisfacente Premio di Risultato. Ma non solo: anche in materia di integrazione abbiamo raggiunto un ottimo risultato. Infatti, nell'accordo raggiunto, abbiamo chiesto e ottenuto la possibilità di avere nel corso delle assemblee intrattenute con i lavoratori un traduttore pagato dall’azienda al fine di veicolare meglio e correttamente le informazioni e costruire un dialogo vero tra i soggetti operanti dentro l'impresa. Siamo convinti che parlare lo stesso linguaggio, diffondere e favorire la consapevolezza siano requisiti necessari affinché questi lavoratori possano esprimere una reale emancipazione”.

“Come Cgil – conclude Massimo Cognolatto – non possiamo, quindi, che esprimere una grande soddisfazione per come è andata la trattativa ma non dimentichiamo che questo è un punto di inizio, non certo di arrivo. Siamo convinti che le aziende abbiano un valore collettivo e portino del bene alle comunità e ai territori quando mettono al centro anche le persone, non solo i profitti. Anche perché crediamo che il modo più sicuro per ottenere profitti sia valorizzare lavoratrici e lavoratori perché un dipendente motivato rende di più ed è più produttivo. Come sindacato, le nostre azioni non si fermeranno qui: a settembre sono previsti corsi di lingua per cittadini stranieri e proseguiamo sempre di più verso una maggiore e più forte coesione tra categorie e servizi (Ufficio Vertenze, Patronato, Ufficio Immigrazione e Assistenza Fiscale) in modo da fornire a lavoratrici e lavoratori, qualsiasi sia lo loro provenienza, un supporto a tutto tondo, in grado di sostenerli in più situazioni e non farli cadere vittima di sfruttamento e raggiri”.   

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