Ha avuto la prima pagina de il Mattino di Padova lo studio promosso dallo Spi Cgil di Padova che ha fotografato la situazione delle pensioni nella nostra provincia e da cui risulta una forte disparità sia a livello territoriale (con la bassa padovana che ha, in media, pensioni più basse rispetto ai comuni situati nella cintura e nell’alta) che di genere (gli uomini guadagnano 1382,44 euro di media mensile mentre alle donne mediamente arriva una pensione di 731,45 euro). Drammatici poi i dati relativi alla povertà: dalla fotografia fatta dal sindacato dei pensionati emerge che il 52% delle pensioni in provincia di Padova sia inferiore ai 750 euro.
“Le differenze saltano all'occhio - conferma Alessandro Chiavelli, segretario Spi Cgil – e succede che l'80-85% delle pensioni in provincia siano inferiori a mille euro, in città e prima cintura urbana sono più alte perché sono frutto del lavoro industriale e dei servizi, mentre nella Bassa Padovana sono concentrate le pensioni più povere, perché devono fare i conti con i contributi del lavoro agricolo. Sconvolge invece che gli assegni per le donne siano inferiori del 50% rispetto a quelle degli uomini: in una società che fa i conti con la vecchiaia, le donne restano sole con pensioni sotto i 700 euro lordi, ovvero sotto la soglia della povertà. I motivi li conosciamo: periodi di lavoro altalenante, rapporti di lavoro con retribuzioni più basse”
“Quel che bisogna fare – chiude Chiavelli – il sindacato lo dice da tempo: le pensioni sono basse perché gli stipendi sono stati bassi ed è ormai da 30 anni che le pensioni restano legate a meccanismi retributivi che non reggono. La cosa incredibile è che sulle pensioni grava una tassazione perfino più alta dei salari perché non hanno nessuno sgravio fiscale. Dunque prima di tutto bisogna abbassare le tasse come succede in tanti paesi europei, ne va della sopravvivenza di migliaia di pensionate e pensionati”.
Il servizio di Telenordest sullo studio promosso dallo Spi Cgil Padova